venerdì 13 gennaio 2012

Recensione libri: Il linguaggio segreto dei fiori


Non mi fido, come la lavanda.
Mi difendo, come il rododendro.
Sono sola, come la rosa bianca, e ho paura.
E quando ho paura, la mia voce sono i fiori.
Victoria non ha avuto una vita facile. Abbandonata in culla, ha passato l'infanzia passando da una famiglia adottiva a un'altra e nessuno capiva le sue paure e le sue piccole ossessioni. Lei ha paura del contatto fisico. Ha paura delle parole, le sue e quelle degli altri. Soprattutto, ha paura di amare e lasciarsi amare.
Per Victoria c'è solo un posto sicuro, un posto in cui tutte le sue paure sfumano nel silenzio e nella pace: il suo giardino segreto nel parco pubblico di Potrero Hill, a San Francisco.
I fiori, che ha piantato lei stessa in questo angolo sconosciuto della città, sono la sua casa.
Il suo rifugio. La sua voce. È attraverso il loro linguaggio che Victoria comunica le sue emozioni più profonde. La lavanda per la diffidenza, il cardo per la misantropia, la rosa bianca per la solitudine. 
Fino all'incontro, drammatico e sconvolgente, con Elizabeth, l'unica vera madre che abbia mai avuto, la donna che le ha insegnato il linguaggio segreto dei fiori.
E’ proprio grazie a questo magico dono che Victoria prende in mano la sua vita. A diciotto anni, sola e senza casa, riesce ad ottenere un lavoro come fioraia. I suoi fiori sono tra i più richiesti della città. Lei con poche domande ai clienti riesce a capire quali fiori sono più adatti all’occasione e non sbaglia mai. Le sue composizioni hanno il potere di curare l’anima e donare felicità. Ma Victoria non ha ancora trovato il fiore in grado di rimarginare la sua ferita perché il suo cuore si porta dietro una colpa segreta. L'unico in grado di estirparla è un ragazzo misterioso che sembra sapere tutto di lei, e in effetti la conosce molto bene. Solo lui può levare quel peso dal cuore di Victoria, come spine strappate a uno stelo. Solo lui può prendersi cura delle sue radici invisibili. Solo così il cuore più acerbo della rosa bianca può diventare rosso di passione. 
Da questo amore nascerà il musco e allora saprà cosa vuol dire avere una famiglia.

Questo libro mi è piaciuto davvero tantissimo. Anche l'idea che le copertine abbiano fiori diversi mi è piaciuta...per spirito collezionista avrei voluto prenderli tutti, ma ho scelto la margherita.
Inizialmente non è facilissimo da seguire, è scritto in due tempi diversi, ogni capitolo è una volta al passato, un’altra al presente. Nonostante i due tempi la storia di dispiega e comprende facilmente. Nel passato ci sono le soluzioni per quello che accade al presente. Come in tutte le cose no?
Per comprendere Victoria è quindi necessario conosce e capire a fondo in suo passato.
All’interno del libro i nomi dei fiori e le emozioni sono chiaramente individuabili. Sono scritti in corsivo.
Il personaggio di Victoria è per me… beh diciamo che abbiamo molte cose in comune. Inizialmente potrebbe sembrare al lettore una povera ragazzina, una per cui provare pietà, ma nella sua storia acquista via via sempre più ammirazione.
Elizabeth… beh lei è la mamma che tutti vorremmo. Non c’è altro da aggiungere.
La dolcezza smisurata di questo libro porta in sé un grande insegnamento per le donne…per le nonne, le mamme, le figlie e le nipoti, le zie e i cugini. Il messaggio è chiaramente espresso nelle ultime due righe del libro.
Se leggete questo libro sarete contente di trovare una bella sorpresa dopo l’ultima pagina del romanzo.

Questa lettura ha ovviamente scatenato in me, donna assetata di emozioni, la ricerca del fiore perfetto. Attenzione! Non il fiore preferito! Quello perfetto.
Il fiore preferito è quello che ci piace guardare, la cui estetica ci colpisce e ci rallegra. Il fiore perfetto è quello il significato racchiude la nostra essenza. Quel fiore che rappresenta i sentimenti profondi.
Il tuo fiore qual è?

Da questo libro, boom di vendite, è nato il figlio (di nuovo torna il concetto della famiglia). Si chiama “I messaggi segreti dei fiori” di Mandy Kirby. Ovviamente l’introduzione non poteva non essere di Vanessa Diffenbaugh. Vi dirò quando lo leggerò.

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